A circa una settimana dalla clamorosa notizia di acquisizione di WhatsApp da parte di Mark Zuckemberg facciamo un po’ di chiarezza sul perchè dell’operazione costata circa 19 miliardi di dollari. Le motivazioni di fondo devono essere tanto articolate da sfuggire dalla comprensione di una visione superficiale: si potrebbe dire che ancora una volta, per rimuovere la concorrenza del mercato è stato necessario comprarla. Ma sono sicuro che l’accordo è in realtà il frutto di una serie di valutazioni più profonde. Pur non essendo personalmente un grande fan di Facebook, ammiro l’abilità di Zuckerberg di scegliere delle strategie che nessun altro aveva precedentemente pensato ed è per questo motivo che ho deciso di approfondire la questione analizzando bene la sistuazione e venendo ad una conclusione.
Come tutti sanno, WhatsApp è la più famosa applicazione di messaggistica istantanea: già in passato aveva attratto le attenzioni di Google e di sicuro anche di altri investitori. La crescita esponenziale di WhatsApp rappresenta di certo un evento senza precedenti: senza investimenti di marketing l’applicazione è di fatto diventata in poco tempo virale e oggi conta circa 450 milioni di utenti attivi, collezionandoli più velocemente di qualsiasi altra compagnia nella storia. Facebook, al contrario, ha recentemente perso il suo fascino, sopratutto tra i giovani, e questo potrebbe in parte spiegare perchè Mr Zuckerberg è stato disposto a pagare una cifra esorbitante per una compagnia che avrebbe potuto oscurare la sua creatura. Inoltre, dopo l’acquisizione di Instagram, la nota applicazione di condivisione di immagini, il monopolio di Facebook si estende anche agli utenti di WhatsApp arricchendo le banche dati di nuovi numeri di telefono e di altre preziose informazioni che, in futuro, potrebbero rappresentare una miniera di profitti per gli investitori. Si può affermare che Facebook rappresenti la più grande banca dati al mondo e gli eventuali timori per la privacy degli utenti saranno semplice espressione di una necessaria consapevolezza da rimodularsi alla luce di quanto avvenuto a seguito dell’acquisizione conclusa.
Oggi gli utenti spendono più tempo su WhatsApp piuttosto che su Facebook. Secondo un sondaggio svolto da Jana Mobile, in India il 55% degli utenti ha indicato WhatsApp quale applicazione preferita; al contrario solo lo 0.85% ha detto di usare Facebook regolarmente. Stesso risultato per altri Paesi emergenti. Da questi dati si evince charamente che Zuckerberg punta ai paesi in via di sviluppo, ed è forse questa la chiave segreta della sua visione strategica: anche senza monetizzare l’applicazione di messaggi, Facebook attirerà altri miliardi di utenti nel suo ecosistema, accrescendo così il sogno di Zuckerberg di conquistare il globo. La continua evoluzione degli smartphone e l’avvento dei tablet ha spostato l’attenzione sul mobile, e di certo a Palo Alto sono consapevoli che 945 milioni dei 1.22 miliadi dei loro utenti proviene dal mondo mobile.
Ma allora, perchè ha senso spendere questa cifra? Assumendo che l’applicazione di messaggistica continui a crescere di un milione di nuovi utenti giornalieri e che essi paghino per attivare il servizio, questo potrebbe generare centinaia di milioni di dollari di entrate. Tutto sta adesso a come andranno d’accordo Mr Zuckerberg e il creatore di WhatsApp Jan Koum, il quale si unirà al team di Facebook pur mantenendo indipendente la sua creazione. L’avversione di Koum nel collezionare dati privati e spalmare annunci pubblicitari nella chat di WhatsApp sembra infatti essere in piena contraddizione con la politica di Facebook, ed è proprio questo che non ha convinto numerosi utenti che, in questi giorni, stanno valutando delle alternative a WhatsApp e migrando da una applicazione ad un’altra.
Facebook ha provato a creare la sua applicazione di messaggistica ma non ha funzionato. Connettersi con i propri amici è una cosa grandiosa ma non abbastanza per continuare a crescere (se questa idea era rivoluzionaria negli anni 2005-2010 oggi non lo è più). Su WhatsApp, al contrario, gli utenti non devono perdere tempo a creare le relazioni: basta cliccare sui contatti che sono già memorizzati nella rubrica e il gioco è fatto, non serve nemmeno eseguire il login, basta solo il numero di telefono. Di sicuro i 32 ingeneri di WhatsApp, che da soli riescono a gestire l’incredibile traffico di messaggi, avrà molto da insegnare agli sviluppatori di Facebook!
Se da una parte la community di Facebook vanta 1,23 miliardi di utenti attivi ma “virtuali” (senza una identità accertata), dall’altra i 450 milioni di utenti attivi di WhatsApp sono “reali” (identificabili per mezzo di una SIM card che consente loro di muoversi nel mondo mobile). Dall’unione dei due mondi nasce la nuova realtà, nella quale il valore delle singole identità è più alto rispetto a prima e dove il numero dei dati messi in comune rende ancora più forti i legami tra i singoli account.
Meditate gente meditate!
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